I mascheroni grotteschi di Torino sono tra le opere cosiddette “di genere“ più interessanti del panorama decorativo italiano. Il Barocco Torinese, famoso in tutto il mondo, sforna e utilizza grotteschi ogni dove: nelle architetture, nelle argenterie e porcellane, nell’arazzeria, nell’artigianato d’arte, ecc. Il mascherone grottesco barocco nasce come simbolo di forza, eleganza e dissacrazione.
Il mascherone grottesco è utilizzato negli stemmi araldici di importanti Casati, sui decori di preziose armi, come simbolo di città e paesi. Nasce come icona di distinzione nobiliare e chi lo esibiva voleva sottolineare il suo animo impavido. I mascheroni grotteschi barocchi si ispiravano a figure zoomorfe, antropomorfe e ibridi di fantasia. Uno diverso dall’altro, a volte poteva capitare l’elemento grottesco seriale.
Ma anche quest’ultimo, poiché estremamente plastico nelle fattezze, risultava diverso a seconda di come la luce illuminava o traduceva in ombre le varie parti delle sue forme. Famosi mascheroni grotteschi seriali di Torino sono quelli che contornano le finestre di Palazzo Carignano, rappresentanti i capi tribù degli Indios Irochesi (Canada): così li volle raffigurare l’architetto Guarino Guarini durante la progettazione del famoso Palazzo.
Altro mascherone grottesco importante della Città di Torino è quello del Mastio della Cittadella: posto a chiave di volta del portone d’ingresso, con la sua smorfia voleva sbeffeggiarsi degli invasori che tentavano di entrare per quell’ingresso. Si trattava infatti di una falsa porta!
Mascheroni seriali di Torino sono tutto lungo la centralissima ed elegante via Roma e piazza San Carlo: sembrano irridere i passanti che annoiati vanno su e giù per il solo gusto di osservare e farsi ammirare.
I Mascheroni Grotteschi su Museo Torino
Ideazione Raffaele Palma. Testo Piero Ferraris.
Il grottesco a Torino: scarica e visualizza le immagini
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Fotografie di Norberto Tosetti