La nobiltà nei ritratti artistici di poveri e senzatetto
Il Caus, su idea di Raffaele Palma, organizzerà a partire dal mese di aprile 2021 varie sedute gratuite di disegno e pittura dal vero sul tema della MENDICITA’.
Teatro della kermesse saranno alcuni caratteristici luoghi di Torino generalmente vissuti dai clochard.
I meeting, riservati a gruppi d’artisti professionisti (pittori, disegnatori, illustratori, grafici, incisori) saranno svolti per due ore a settimana en plein air in primavera ed estate. Ogni artista, attraverso l’esecuzione di vari ritratti, osserverà il doveroso compito di nobilitare i senzatetto, nel rispetto e col consenso di ciascun clochard.
Ciascun artista, se vorrà, potrà devolvere di propria autonoma iniziativa, un personale contributo per aiutare il soggetto ritratto.
Il Caus da anni è impegnato nelle tematiche sociali al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica a rendersi protagonista, anche con poco, nell’aiuto al prossimo bisognoso. In questi ultimi anni, in collaborazione con diverse Associazioni no-profit di beneficenza e unità di strada, abbiamo realizzato gratuitamente tour con tematica sui senza fissa dimora “ Torino dal post Barocco al neo Barbonico”, iniziativa che sarà proposta anche negli anni a venire, oltre ad altre iniziative sempre sulle realtà dei senzatetto.
Ogni artista professionista figurativo (ritrattista, fisiognomista, morfologista o altro specialista della conformazione umana) che vorrà aderire all’iniziativa potrà mettersi in contatto inviando una mail a info@caus.it o telefonando al 3396057369. Nel prossimo autunno si cercherà di esporre le migliori opere in una mostra collettiva con l’intento di venderle a collezionisti e appassionati d’arte figurativa: il ricavato sarà devoluto ai mendicanti torinesi per l’acquisto di beni di prima necessità attraverso un’Associazione inserita radicalmente nel sociale.
Si ringrazia l’Associazione Onlus “Avvocato di Strada” di Torino.
L’Arte è debitrice e grata a questo mondo di persone sventurate e sofferenti: mendicanti, poveri e bisognosi infatti servirono da modelli per gli artisti d’ogni epoca, che li fissarono su tela sia in soggetti veristi come testimonianza della società del momento, sia in affreschi e pale d’altare, trasformandoli in figure sacre quali Profeti, Madonne, Apostoli ecc. o modelli ispirati alla mitologia, all’epica oppure traslandoli in soggetti allegorici, simbolici o devozionali.
Tanto nel tardo Medioevo quanto nel Rinascimento, i pittori potevano attingere ad un’infinita fonte di modelli, raccolti tra la plebe nelle strade. I tratti somatici deformati, sofferenti, consunti, nel caso dei pittori fiamminghi, servivano a rappresentare, in una sorta di poetica aristotelica figurata, i vizi umani, l’abiezione, l’errore, insomma i peccati dell’umanità inscritti simbolicamente nei corpi e nei volti di questi poveri modelli. I giovani e le giovinette divenivano invece solleciti cupidi o ninfette trasudanti sensualità, grazia o purezza. Poveri d’ogni età popolavano, dunque, gli studi di artisti figurativi che sarebbero divenuti in seguito ammirati personaggi su dipinti di quadri famosissimi.
Dopo il Rinascimento, col trionfo di Manierismo e Barocco, si continuò a prediligere per i soggetti sacri modelli acquistati dal popolino. La loro figura segnata da una fisicità sofferta, spesso malata, era evidente nell’incarnato, nell’abbigliamento, nelle pieghe delle espressioni.
In questo lungo periodo di mutazioni stilistiche, si cimentarono con la mendicità maestri quali Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio (1 nella galleria fotografica), Georges du Mesnil de La Tour (pittore spagnolo della corrente del caravaggismo), Jusepe de’ Ribera detto lo Spagnoletto, Domínikos Theotokópoulos chiamato El Greco (2 nella galleria fotografica), Pieter Bruegel.
Ancora. Giovanni Antonio Canal conosciuto come il Canaletto,Bartolomé Esteban Murillo, Rembrandt Harmenszoon van Rijn o semplicemente Rembrandt , l’incisore Jacques Callot , Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (3 e 4 nella galleria fotografica) e moltissimi altri giganti dell’arte figurativa sino al 1700.
Comparve in seguito la singolarissima corrente dei Bamboccianti, termine derivante dal nome del loro caposcuola, Laer Pieter van, pittore olandese trapiantato a Roma: il soprannome di Bamboccio gli era stato appioppato dai suoi contemporanei per il suo singolare aspetto. I pittori di questo movimento, attivo dalla metà del 1700, si opposero nettamente alla pittura barocca: le loro opere, infatti, traevano quasi interamente ispirazione dall’umile vita popolana dell’epoca. Ricordiamo tra capostipiti pure Cerquòzzi Michelangelo, detto Michelangelo delle Battaglie e Jan Miel. Anche a Torino, oltre che nella città papalina, presero vita i pittori bamboccianti. I maggiori furono Giovanni Michele Graneri e Pietro Domenico Ollivero.
Il Verismo e il Realismo, infine approdarono alla fedele rappresentazione della condizione umana e della sua ambientazione , anche quella degli ultimi, metafora e riflessione di ciò che il destino concesse ad ognuno.
In epoca moderna e contemporanea nomi d’assoluto talento come Pablo Picasso (5 nella galleria fotografica), Cristiano Banti, Tamara De Lempicka (6 nella galleria fotografica), Amedeo Modigliani (7 e 8 nella galleria fotografica), Anto Carte e il torinese Giacomo Balla (9 nella galleria fotografica) nel suo periodo divisionista, si sono cimentati con la tematica dei senzatetto. In tale originario contesto intende inserirsi il Caus, chiamando a raccolta gli artisti figurativi del capoluogo subalpino al fine di confrontarsi dal vivo con le immagini forti e sofferenti dei tanti clochard sparsi per la città. Compito degli “artefici” sarà quello di ritrarre la dura realtà umana en plein air, interpretando la quotidiana immobilità di donne e uomini circondati solo da poche, povere, cose, protetti dall’architettura subalpina, che, “pietas muta”, funge da riparo e dormitorio. Il loro volto, sia pur tra malattia e indigenza, sarà ripreso e traslato da mani esperte in una nobiltà dettata dalla figura classica, così come le scenografiche strutture di contorno saranno cornice ideale per suggestive trasformazioni.
Daremo dignità e valore morale a queste persone attraverso la Musa, così come si faceva agli albori della “vera arte povera”: un modo anti iconoclasta di ringraziare questa categoria d’individui sfortunati che tanto hanno dato alla Storia dell’Arte.