L’età della pietra è quella dell’infanzia, quando con gli amici gareggiavamo alle cinque pietre, al gioco della settimana tracciato sulla ghiaia, a lanciare un sasso piatto a pelo d’acqua nel laghetto di Italia 61.
Passavamo così le ore più spensierate della nostra vita. Poi nell’età dell’amore è stato romantico scrivere con lei “ti voglio bene” unendo i ciotoli bianchi raccolti lungo le sponde del Po. Infine, giunta l’età adulta, semplici passioni portano a ricercare sotto le suole delle scarpe un’arte di pietra che accompagna i passi per le vie di questa città o per i sentieri collinari.
E’ piacevole trovare porzioni di marciapiede intarsiato, scoprire banchine mosaicate con tasselli marmorei di recupero, a volte posati al contrario. “Torino l’età della pietra” piccoli massi d’arte e leggiadri macigni di creatività.
Sembra essere arte uscita dalla storia: prima quella dell’uomo preistorico che effigiava su roccia figure e segni per comunicare. Poi, con l’avvento della prima civiltà, i sassi utilizzati non solo come arma o utensile, ma anche per predire il futuro. Alcuni secoli più tardi, con i romani, pietre e marmi scultorei vengono usati per lastricare le strade che porteranno i legionari alla conquista di nuove terre. Ancora: nel medioevo si interpretano rune magiche ascritte su pietra per orientarsi nella propria esistenza. Poi arriva l’età barocca e neoclassica con decori pavimentali che proprio a Torino trovano grande applicazione nell’urbanistica e nell’architettura, restando godibilissimi ancora oggi.
Il percorso fotografico presente nei PDF è composto di immagini scattate con il cellulare al solo scopo esemplificativo, non sempre in condizioni ottimali e inserite con l’indicazione stradale.
Dal vero è bello scoprire come molti logogrammi emergano d’incanto alla propria vista: in primavera diventano leggibili sui marciapiedi appena bagnati dalla pioggia mentre d’estate si svelano in controluce nelle terse giornate assolate. In autunno fanno nascondino sotto le foglie trascinate dal vento e nell’ inverno s’infilano sotto la galaverna o la candida neve.
“Sotto i tuoi piedi ripongo il mio viso” sembra dire Torino e passo dopo passo ci appare sempre più elegante e riverente!
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- L’Oracolo Celtico dei Caratteri