Un racconto popolare perso nel tempo vorrebbe che alle porte dell’area torinese vivesse un temibile dragone, terrore delle genti locali. Un giorno, un contadino esasperato aizzò il suo toro contro il mostro, con la speranza di tenerlo lontano dalla popolazione e dalle mandrie. Il toro riuscì nell’impresa, ma morì per le ferite riportate durante il furioso combattimento. Un’altra leggenda ci ricorda invece come un dragone e un toro fossero uniti per salvare la popolazione torinese stanziata lungo il Po. Durante il peggior diluvio che memoria ricordi, un drago, presente nelle acque del fiume, mise il suo enorme corpo ad argine della sponda, evitando che la piena tracimasse col rischio di spazzare via i piccoli insediamenti, mentre un toro con la sua furia costringeva alla fuga abitanti e mandrie verso un’area più sicura.
Il toro divenne a furor di popolo il simbolo di Torino. Anche il dragone trovò il suo degno spazio nella Torino nascente. Ancora oggi Toro e Drago sono tra i decori architettonici più raffigurati sugli esterni degli edifici e nei giardini pubblici per il divertimento dei più piccini.
Dragone cattivo o dragone buono? Anche su questo punto Torino è divisa! Il primo è simbolo del male, amico degli inferi, allegoria di Belzebù; il secondo è la raffigurazione della giustizia, della forza cosmica, alleato buono dell’umanità.
Nemico o amico, la sua potenza è proverbiale, tanto che nel 1690, sotto il regno di Vittorio Amedeo II venne istituito il reggimento “Dragoni di Piemonte” operante prima in Piemonte e poi negli altri Stati italiani a difesa del territorio e dei suoi confini. Nell’Araldica, i dragoni compaiono nello stemma dell’antica famiglia piemontese Dal Pozzo della Cisterna.I decori di questa tipologia allegorica del male e del bene sono sempre eseguiti con fattezze mostruose. Possono essere enormi rettili alati, serpenti con o senza artigli, pesci-arcosauri , figure metà umane e metà bestiali o raffigurati come improbabili serpentoni (vedi Torino Sorprendente). Altre volte sono effigiati semplicemente con il muso, con la parte terminale della coda o solo con le ali (da pipistrello o da pennuto). Alcune rappresentazioni di mostro posseggono più teste in un unico corpo.Dragoni o serpentoni provengono dalla lontana mitologia orientale, greco-romana e germanica con sviluppo aneddotico e favolistico soprattutto nel Medioevo e nell’800. Alcune raffigurazioni di drago e serpente possono confondersi con il grifone, la sfinge, l’aquila, il biscione, la chimera, il tritone, l’acroterio, ecc. Dipende dall’artista che li ha realizzati e dall’occhio di chi li osserva!
Nelle icone sacre, l’Arcangelo Michele e San Giorgio combattono contro il dragone simbolo di Satana. Maria pesta con il piede il serpente tentatore, figuri luciferini fuoriescono dalle fiamme degli inferi. Torino versus Belzebù? Nelle raffigurazioni pagane invece, i dragoni sono mostri prevalentemente acquatici, più misteriosi che maligni, spesso usati come emblema della forza giusta e anche il serpente è allegoria di vita o di rinascita.
Torino e il suo drago: una lunga ed affascinante Storia Infinita!