Torino vanta un patrimonio artistico che l’annovera fra le città italiane di maggior interesse. Nel panorama della creatività architettonica applicata, abbiamo esaminato un nutrito insieme di opere grottesche, tradizionalmente denominate mascheroni, visibili in tutti i quartieri della città sulle facciate degli edifici. In tale ricerca si sono individuati alcuni periodi storici d’esecuzione dei manufatti: Barocco, Neoclassico/Liberty e Contemporaneo.
Grottesco: stranamente e bizzarramente deforme, riferito in origine alle pitture parietali dette grottesche, e poi in genere a tutto ciò che, per essere goffo, paradossale, innaturale, muove il riso pur senza rallegrare… (Vocabolario Treccani)
Il Grottesco nel Barocco
La caricatura degli stati d’animo affonda le sue radici nei riti sacri e nelle rappresentazioni teatrali dell’antichità greca e romana, ma anche di quella medio orientale e orientale. Come si potrà notare in questo tour virtuale di Torino, il grottesco si caratterizza per l’incredibile plasticità delle forme, generalmente di carattere zoomorfo ed antropomorfo.
Si trovano splendidi esempi di mascheroni negli edifici di pregio artistico e monumentale del centro storico come i Palazzi Sabaudi, famosi quelli che contornano le finestre di Palazzo Carignano, rappresentanti i capi tribù degli Indios Irochesi del Canada, come volle raffigurarli l’architetto Guarino Guarini. Altro importante mascherone quello del Mastio della Cittadella: posto a chiave di volta del portone d’accesso, con la sua smorfia intendeva sbeffeggiare gli invasori che tentavano di entrare per quel ingresso. Si trattava infatti di una falsa porta!
Il Grottesco nel Neoclassico e nel Liberty
Lo sviluppo urbanistico in età più recente ha ridisegnato interi quartieri di Torino, a partire dai nuovi rettifili di Via Pietro Micca e Cernaia, per transitare in piazza Statuto, sino al Corso Francia. Tale sviluppò comportò l’ampliamento delle vie coperte, che diedero impulso all’utilizzo del grottesco nei temi decorativi dei portici stessi, in capitelli, chiavi di volta, archi e balaustre. Spesso troviamo il grottesco in doccioni e ugelli di fontane, a imitazione stilistica di temi gotici e medievali. Chiaro esempio la Fontana della Fortuna nel Borgo Medievale, dove gli ugelli hanno forma fantastica, raffigurante la testa di un drago.
Il Grottesco in epoca contemporanea
Negli anni del dopoguerra il mascherone, seppur in misura minore, è stato utilizzato da alcuni artisti come elemento simbolico, ne troviamo esempi sulle facciate di edifici pubblici quali la Biblioteca Civica Centrale e su alcune tombe del Cimitero Monumentale.
Il Grottesco nel patrimonio museale della città
I curatori museali sono stati attenti nell’inserire opere contenenti elementi grotteschi, spesso allegorici: dall’arte fiamminga, come i dipinti e gli arazzi della Galleria Sabauda, ai decori di armi e armature della Armeria Reale, fino alle collezioni della GAM e del MAO: quest’ultimo vera e propria full immersion nel grottesco orientale.
Ideatore percorso Raffaele Palma – Testo di Piero Ferraris
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